"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



lunedì 12 dicembre 2011

IL LATE SHOW WITH DAVID LETTERMAN: i programmi televisivi possono ancora essere intelligenti e caustici

IL LATE SHOW WITH DAVID LETTERMAN: i programmi televisivi possono ancora essere intelligenti e caustici

Una delle poche gioie dello svago nel 2011 italiano - seriously – è il Late Show with David Letterman (per noi “David Letterman Show”) programma di seconda serata della statunitense CBS trasmesso da RAI5 ([1]).

Temo che i cortesi frequentatori di questo blog abbiamo ancora poco presente cosa sia New York City: le poche le letture del post che le ho dedicato me lo confermerebbero.

Comunque - chiedo scusa per la lunga premessa - chi si sente newyorkese capisce subito la differenza fra Jay Leno ([2]), bolso e rivolto (da Los Angeles) a tutti gli stati dell’Unione, e David Letterman che al contrario applica alla lettera il principio già sopra esposto: se non capisci sei tu a non capire, se non sei “di” NYC pur statunitense non posso farci niente, se sei Canadese anche.

Spesso in questo programma televisivo si respira quel sacro principio ramones-iano dell’essere accettati pur se non parte della massa (“Gabba hey/We love you, we accept you”: “Pinhead”, canzone che fa riferimento a Freaks di Todd Browning).

Il conduttore - per chi non conosce il programma - è un signore non lontano dai 65 anni (ma con un figlio sui 7 anni), longilineo e di statura sopra la media, che esibisce dei calzini dai colori improbabili con dei mocassini prossimi a delle slipper con abiti più o meno eleganti.
David Letterman, appunto.

Le battute, naturalmente scritte da una squadra di autori ma più sfregianti dell’acido sul volto di un innocente, non risparmiano nessuno. Potenza del Quinto Emendamento della Costituzione USA?
Ad esempio nessun candidato repubblicano alla presidenza USA nel 2012 è ancora in corsa dopo le sue battute. Il sindaco Bloomberg? Poco più di un nano. L’immobiliarista Trump? Un tipo poco raccomandabile con parrucchino dotato di vita propria.
Ripeto, matrice molto newyorker che può anche essere un punto debole, se non la si apprezza.

Anche gli ospiti - qualche politico di rango, cito Bill Clinton e Condoleeza Rice non delle mezze cartucce, può capitare fra i molti esponenti dei tespiani e degli intrattenitori in genere - sono esposti ai rischi delle taglienti battute del conduttore.

È questo “nessuno si salva” che rende il LSwDL unico e diverso rispetto ai programmi satirici italiani (e ai tempi quello di Daniele Luttazzi ne era solo una imitazione, poiché mai serio).
E poi i tempi: non un brodo, ma circa 45 minuti.

Passati i gloriosi anni del Maurizio Costanzo Show (perché non trasmetterlo su Mediaset Extra?) e ivi di certi speciali chiamati “uno contro tutti” come i due leggendari con Carmelo Bene, il LSwDL è uno dei rarissimi porti sicuri a disposizione del telespettatore non stupido anche da questa parte dell’Oceano Atlantico.


                                                                                                                      Steg



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[1] Evitando le sottotitolazioni che compaiono sul teleschermo.
[2] Mentre questo post era già in bozza, in una recentissima puntata del programma David Letterman dichiarava che l'assegnazione a Jay Leno del People’s Choice Award sarebbe stata paragonabile alla scarcerazione “on parole” di Charles Manson. Fra il quasi serio e il poco faceto.

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