"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



sabato 29 ottobre 2011

URLANTE E PENSANTE: MÉTAL HURLANT

URLANTE E PENSANTE: MÉTAL HURLANT

Una delle più grandi rivoluzioni fumettistiche si consumò in Francia, a metà degli anni settanta.

Mentre allora Hugo Pratt cominciava a muovere i primi passi verso una notorietà anche in patria dopo essere stato soccorso da Pif (rivista belga in Francese) a fronte di una notevole miopia italiana sul suo talento, quattro persone da Parigi scardinarono il mondo delle strisce disegnate con un piglio che – con il senno di poi – è necessariamente da dirsi punk o pre-punk.

Philippe Druillet ([1]), Moebius (Gir/Jean Giraud), Jean Pierre Dionnet e il Capitaine (Bernard) Farkas, ovvero gli originali Humanoïdes Associés (ad oggi ancora denominazione della società titolare dei diritti relativi), si incontrano il 19 dicembre 1974 “alle ore 4.00 del mattino ora locale” ([2]) (come recita l’editoriale del numero 1) e l’anno successivo rovesciano il tavolo da gioco del fumetto e molto altro presentandosi al pubblico.
Da allora discutere su linea chiara e linea scura diviene secondario, ma anche disquisire sulla tematica di una testata editoriale periodica si trasforma in un’elucubrazione di retroguardia.

Nel gennaio 1975 esce dunque Métal Hurlant – pensate oggi andare in edicola e chiedere Metallo Urlante – più impegnativo che domandare Frigidaire – che inizialmente è “per adulti” (non che non si riesca a comperare anche in quei periodi pur essendo minorenni), ma il problema non è l’età del lettore bensì la distribuzione del periodico.
Il successo lo condurrà ad essere da trimestrale a bimestrale e poi mensile e poi …

Con tutta evidenza occorre una mente giovane per comprendere cosa sta succedendo, altrimenti ci si crogiola nel già assimilato.
O meglio serve che qualcuno racconti che esiste questa rivista e poi bisogna cercarla, in Italia nel – senza barare – probabilmente 1976. Perché un conto è leggere una storia su alterlinus (oppure non leggerla in quanto si tratta di Moebius che continuo a trovare noiosissimo) altro è esplorare una testata dal titolo ammiccante anche per chi ascolta musica di cui si scrive nel mensile diretto da Oreste del Buono.

Uno spin-off dal titolo Ah!Nanà, sorta di nucleo femminile femminista (tranne per un autore maschio a numero), avrà vita breve: nove numeri dal 1976 al 1978.

Di Métal Hurlant sarà realizzata già nell’aprile 1977 anche una versione in Inglese per il mercato nord americano: il fatto che si intitoli Heavy Metal dice già tutto, perché si perde una connotazione originale e si imbolsisce subito l’idea ([3]) anche perché questa testata non sarà una pedissequa traduzione dell’originale.

La portata eccezionale della rivista è data dal fatto che gli argomenti spaziano entro l’ambito di tutto quello che non è classificabile come cultura alta, almeno allora: quindi anche racconti di fantascienza, rubriche sul cinema, ottime recensioni di dischi (nel frattempo arriva il punk), in aggiunta agli albi a fumetti (dove trova spazio anche il bondage che si vendeva sottobanco oltreoceano qualche lustro prima) una collana di libri dal titolo “Speed 17” (diretta da Philip Manœuvre, oggi sorta di decano, per autorevolezza, dei giornalisti musicali rock e pop francesi) con autori del calibro di Hunter S. Thompson, Charles Bukowski (incredibilmente ivi pubblicato per la prima volta in Francese) e quella sorta di gioiello nascosto che da alcuni è considerato NövoVision — Les confessions d’un cobaye du siècle di Yves Adrien ([4]).

Gli speciali di Métal Hurlant agli inizi sono sporadici e notevoli come la rivista stessa, in particolare quelli sulla musica, dato anche un “fumettista rock” come Serge Clerc.

Con il passare degli anni evidentemente lo sprint si riduce, anche se i contenuti rimangono almeno in parte di livello notevole.
Il luglio 1987 esce l’ultimo numero regolare, il 133.

Comunque, Métal Hurlant ha sicuramente contribuito alla educazione dei suoi lettori teen-ager negli scorsi seventies e, per quelli italiani, li ha portati naturalmente ad appassionarsi agli sporadici numeri de Il Cannibale e poi al Frigidaire a “marchio Tamburini”.


                                                                                                                      Steg



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[1] Apocalittico e sublime nel tratto e anche nelle trame come pochi, nei miei gusti solo Bill Sienkievicz gli starà al pari per innovazione con “Stray Toasters”, sebbene Howard Chaykin non andrebbe trascurato ...”
[2]Le 19 décembre 1974, à quatre heure du matin heure locale; aux limites de Livry-Gargan et de la forȇt de Clichy …”.
[3] Pur se Heavy Metal avrà il pregio di pubblicare autori altrimenti poco assimilabili per quel mercato, come Stefano Tamburini e Tanino Liberatore con Rank Xerox/Ranxerox.
[4] Ristampato qualche anno fa.

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