"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



venerdì 27 agosto 2021

CREDULITÀ (mentre io trovo saggezza presso un chiosco)

 

CREDULITÀ

(mentre io trovo saggezza presso un chiosco)

 

Il titolo di questo post: esisteva una condotta sanzionata come reato e rubricata nel Codice Penale all’articolo 661: “Abuso della credulità popolare”.

Per ragioni di tecnica giuridica, il reato doveva però consistere in una condotta che guardava al “pubblico”, quindi richiedeva un certo “impegno” per così dire; la pena era solo pecuniaria.

Come si vedrà, di credulità abusabile (anche se individuale) ve ne è molta.

 

Il sottotitolo: l’ispirazione per queste righe mi è venuta ieri mattina. Su una questione personale, a mo’ di chiacchiera, ho avuto un pensiero saggio, sebbene di mera conferma, dalla edicolante peruviana titolare della rivendita di giornali e periodici.

Saggezza gratuita.

 

Ed ora alcuni esempi di quello che “non va”: il mobiliere brianzolo che “comprava” il titolo di licenza media superiore, i premi qualità a pagamento (anni settanta) ben incorniciati sui muri delle trattorie.

Pratiche quasi innocue: entrambi le parti sapevano “cosa” si compravendeva.

 

Ma poi sono cominciate le diete miracolose e le cure altrettanto prodigiose per la ricrescita dei capelli. Ed allora ecco che la gente comincia a “comprare” i propri desideri, che però non si realizzeranno.

 

La situazione nel tempo peggiora ancora: le persone prendono a non sapere o volere più imparare in modo tradizionale.

Il corpo non si tonifica più con fatica e sudore, ma comprando attrezzi “magici”.  

Per superare (si badi superare e basta) un esame universitario è normale, non credo lo sia, doversi avvalere di un “tutor”.

In àmbiti più leziosi: si fa massiccio impiego “tutorial” (ancora la stessa radice) per miscelare un cocktail o cucinare un uovo.

E l’ego si culla iscrivendosi alle scuole di scrittura.

 

I problemi nascono (come nascevano) quando si paga per una prestazione (in senso giuridico) che non ha le caratteristiche promesse oppure per “qualcosa” che è disponibile di norma gratuitamente.  

Magari con l’aggiunta del classico: “‘io’ non vendo panzane, a differenza degli altri che ‘sembrano’ assomigliarmi”.

 

Mi fermo qui, e nel caso faccio due chiacchiere con la signora dell’edicola.

Per i consigli finanziari basta leggere i capitoli giusti de Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi (il romanzo, non la sua riduzione a fumetti).

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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