"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



lunedì 4 marzo 2013

IN FRANCIA SI MUORE ARTISTI (e si può anche venir riconosciuti come “grandi postumi”)


IN FRANCIA SI MUORE ARTISTI
(e si può anche venir riconosciuti come “grandi postumi”)

 
In Francia si muore artisti.
 
Suicida Nino Ferrer; devastati dal cancro Serge Gainsbourg e Alain Bashung e ancora Jacno in epoca piuttosto recente; Edith Piaf certo non ha atteso la vecchiaia; un autentico killed in action il cantante dei Dogs Dominique Laboubée.
 
Anche il giornalismo di settore ha avuto ormai molti anni fa un morto giovane (in circostanze violente) come Alain Pacadis.
 
Morto “con” musica il pittore Robert Malaval: suicidatosi con l’album Blank Generation ([1]) sul piatto ([2]).
 
La mia tesi non è nuova oggettivamente, non è nuova nemmeno soggettivamente poiché sottesa anche in altri post ed essa nemmeno intende celebrare morti premature.
Bensì desidero solo sottolineare come l’arte appaia ancora essere rischiosa in una nazione vicina alla nostra ed intesa come tale, senza troppi moralismi e rosee riscritture.
 
Questo scrivevo in bozza una decina di mesi fa, nel 2012, con l’intento di continuare e finire tali riflessioni. Tutto è rimasto lì.
 
Il 28 febbraio 2013 è morto a meno di 54 anni Daniel Darc, male: i più gentili propendono per un miscuglio di farmaci ed alcool.
Forse è il caso di concludere, allora.
 
Delle persone elencate qui sopra credo che mediamente gli Italiani ne conoscano due, qualcuno tre.
 
Continua a farmi specie la “logica del santino” italiana: santino proprio nel senso più tradizionale del termine, per cui è la “beghina” che bacia l’effige sacra nella speranza di chissà quale miracolo (a suo esclusivo uso e consumo), tutti buoni da morti ([3]).
Di conseguenza, tutti buoni anche gli artisti morti, e se famosi oggetto di culto.
Se non famosi, invece, presto dimenticati, come se fosse impossibile scoprire il valore di qualcuno che è morto perché tutto deve arrivare in vita ([4]).
 
Non è così in Francia, dove tutto decanta, dove Louis-Ferdinand Céline da molti anni è pubblicato nella Pléiade.
Quindi, tempo al tempo ([5]), anche per Darc, senza nascondere le sue debolezze e senza, necessariamente, doverlo apprezzare, anche i meno attenti potranno ascoltarlo e leggerlo (sì ha anche scritto qualche libro).
 
 
                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Di Richard Hell & The Voidoids.
[2] Con un colpo di pistola o di fucile (le versioni non sono univoche); anche Ferrer scelse l’arma da fuoco.
[3] Per contro, ricordo come Jacno si lamentasse a proposito di Darc, di cui aveva prodotto il primo album solista. Lamentele non per una “linea artistica” differente.
[4] Nonostante tutto, non solo Luciano Bianciardi rimane poco considerato, ma anche il suo romanzo più famoso (La vita agra), resta meno popolare di quanto dovrebbe.
Peggio è andata ad Umberto Simonetta.
[5] Rinvio, anche, ai miei post a proposito di Roger Nimier.

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