"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



domenica 28 luglio 2013

NACH TONITO (una conoscenza interrotta prima dell’usura)

L’edizione scelta per David Bowie
(copia di mia proprietà)



NACH TONITO
(una conoscenza interrotta prima dell’usura)
 
I vampireschi appetiti che si saziano anche mediante i miei post non capiranno molto, pazienza. Del resto questo è un altro scritto per pochi.
 
Vorrei chiedere a Tonito: “sei stato a Berlino?”
 
Vorrei chiedere a Tonito: “hai letto Nietzsche?”
 
Vorrei chiedere a Tonito, soprattutto: “perché ti piace David Bowie ([1])?”
 
Avendo io impiegato anni per redigere e rendere leggibile ad altri (se non concludere, come dimostrano queste righe) il “Tonito Memorial”, non può sorprendere se una ulteriore spiegazione di quelle mie pagine abbia richiesto altre dozzine di mesi per definirsi ([2]).
 
Quella con Tonito è stata per me – allora io non ero una persona cosi interessante (o meglio non mi reputavo io; salvo smentita di qualcuno, come mi disse Billy Houlston a proposito del mio frequentare Siouxsie and the Banshees) – una grandiosa conoscenza (non uso il termine amicizia in quanto credo eccessivo o, comunque, abusato) diluita ed interrotta.
Mi rendo conto di ciò solo in questi giorni, avendo diagnosticato, a malincuore ma definitivamente, come una amicizia durata mezzo secolo sia per me sepolta ([3]).
 
Le amicizie e le conoscenze spesso finiscono per usura di uno dei due, che diventa noioso/a; per le amicizie la soglia di percezione è semplicemente meno spiccata di quanto accade fra conoscenze interessanti in quanto si genera una tolleranza reciproca.
Con Tonito non ho potuto, per cause a noi non imputabili, nemmeno ipotizzare di raggiungere quel rischio di soglia usura, c’era ancora molto da dire prima della noia.
 
Vorrei chiedere a Tonito: “che ne pensi di Bill Sienkiewicz e di Howard Chaykin (tu che su foglietti a quadretti snoccioli storyboard senza fatica)?”
 
Vorrei chiedere a Tonito: “del finto ‘effetto scarno’ di Keibol Black di Miguel Àngel Martìn cosa mi dici?”
 
Chiaramente, la lista può proseguire. È un esercizio infinito ed impossibile, perché gli avvenimenti di oltre sedici anni influenzerebbero anche lui ([4]), ma tant’è.
Non è che io sia senza interlocutori, però me ne manca sempre almeno uno, e le tempeste cerebrali sono, sempre, insufficienti.
 
 
                                                                                                                      Steg
 
 
 
© 2013 Steg, Milano, Italia.
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[1] È facile oggi, 2013, spiegarsi, ma nel 1996 stavamo ancora digerendo, nel migliore dei casi, 1.Outside.
[2] L’illustrazione di accompagnamento questo post ha un’origine, ancora una volta, bowiana. Nelle sessioni fotografiche per Diamond Dogs v’è ne è una, scattata da Terry O’Neill, di cui fa parte la celeberrima foto in bianco e nero con il cane danese che salta in alto e David Bowie seduto in una tenuta quasi da gaucho alla Rodolfo Valentino. Ai suoi piedi un libro aperto con la copertina in qualche evidenza: è quello di Walter Ross, dedicato nella sostanza a James Dean. Caveat: non tutte le edizioni hanno quella copertina, quella che rileva è del 1958.
Inizialmente, avevo pensato di utilizzarla per “Tonito Memorial”.
Una curiosità per iniziati, e in fondo noi tutti eravamo degli iniziati.
[3] Altro non serve aggiungere.
[4] Che quindi avrebbe potuto diventare noioso, non lo escludo, il fatto è che non mi è concesso scoprirlo.


1 commento:

  1. Mmmmmmhhh, Steg.
    Oggi a Tonito chiederemmo l'unica cosa possibile: "Chiedi, Tonito. Diccelo". Il problema sarebbe farlo parlare e farlo sentire abbastanza al riparo da farglielo fare.
    Il resto lo sappiamo noi due.

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